Panta rei. La bellezza dell'impermanenza, Firenze, Rassegna
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LA TOSCANA NUOVA – MENSILE DI ARTE e CULTURA

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Febbraio 2020 – Daniela Pronesti – Foto MAria Grazia Dainelli e Carlo Midollini

Non è possibile bagnarsi due volte nello stesso fiume, perchè ad ogni immersione l’acqua sarà sempre diversa.

E’ con queste parole che Eraclito “l’oscuro”, meglio conosciuto per l’aforisma PANTA REI , consegna alla storia del pensiero occidentale l’idea di una realtà in perenne divenire. Una lezione tutta ancora da imparare, quella eraclitea, ogniqualvolta ci avvinghiamo con forza e disperazione alle nostre illusorie certezze. Il pinto è questo: noi non “siamo”, ma “diveniamo” continuamene. Solo accettando questa condizione costitutiva dell’esistenza umana, impariamo a riconoscere la bellezza dell’impermanenza. Proprio di questa bellezza si nutrono le opere di Maria Rita Vita esposte nella personale dell’artista in corso fino al primo marzo al Florence Dance Center di Marga Nativo. Rounite per l’occasione quasi 20 opere, molte delle quali recenti, in cui lo sviluppo molteplice e dinamico di colore e segno indica l’incessante mutare di visioni ed emozioni trasferite sul supporto in una staticità “fisica” ma non percettiva. “La fissità mi spaventa – chiarisce l’artista – perchè evoca un’immagine contraria al dinamismo della vita per come si manifesta anzitutto nel mondo naturale, dove il ritmo delle stagioni, il perenne variare dei colori, lo scorrere dell’acqua e i moti stellari parlano di un’energia che senza sosta fluisce e si rinnova”. E infatti la natura è la sua unica e sola “maestra”, in un divenire, anche qui, che trasforma i fiori in sensazioni, il paesaggio in luoghi dell’anima, gli elementi in stati interiori. “Non dobbiamo rifiutare il cambiamento – prosegue -, dobbiamo invece accoglierlo come parte eneludibile di noi stessi, ricordiamoci sempre che dal buio nasce la luce, dagli ostacoli la possibilità di diventare persone nuove”. E se l’Arte è specchio della Vita, è nel processo creativo che l’artista sperimenta la transitorietà di ogni cosa dentro e fuori di se:

“Dipingere per me significa “mettermi a nudo”, consegnare all’opera e quindi al pubblico un racocnto veritiero di ciò che sento e sono”. Una confessione senza veli ne filtri che alla bellezza attribuisce il volto della verità. E non potrebbe essere altrimenti per un’artista che da sempre sceglie di non riconoscersi in un’idea preconcetta di “bello artistico” e tantomeno di stile. La libertà è unbne non negoziabile nella vita così come nell’arte: lo sa bene Maria Rita Vita, che alla propria libertà non ha mai rinunciato, sostenuta dalla convinzione che non ci sia altro modo d’intendere la pittura se non come incessante e, prorpio per questo, meravigliosa scoperta.

L’inaugurazione della mostra, avvenuta lo scorso primo febbrio, ha visto esibirsi il corpo di ballo del Florence DAnce CEnter in una coreografia ideata da Benedetta Ghiglia avvalendosi di foulard messi a disposizione dall’artista con le riproduzioni di alcuni suoi quadri.